Tour de France 2018, Froome: “Nibali? Un peccato, ma non ci eravamo fermati. Sagan è un fenomeno”
È stata una giornata relativamente tranquilla quella vissuta da Chris Froome al Tour de France 2018. Il capitano del Team Sky, secondo in classifica generale alle spalle del compagno di squadra Geraint Thomas, è rimasto al coperto ed è stato ben pilotato dalla formazione britannica fino ai 3000 metri dal traguardo di Valence, quando è scattata per tutti la neutralizzazione dei tempi per inconvenienti di natura meccanica o cadute. Il quattro volte vincitore della Grande Boucle ha così assistito da “spettatore” al terzo successo personale di Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) e a caldo si è soffermato proprio sulle prestazioni offerte dal tre volte Campione del Mondo.
“È un fenomeno. Basta guardare i punti della maglia verde: ne ha quasi il triplo rispetto al secondo. È incredibile e sorride sempre. È bello che ci riesca durante le gare, posso assicurare che non è facile e a volte bello farsi una risata. Le ultime tre tappe sono state molto difficili, oggi è stata più tranquilla e adatta ai velocisti. Adesso attendiamo quella di domani, con un arrivo complicato”.
A Mende, nel 2015, il Keniano Bianco guadagnò su tutti gli avversari in chiave classifica generale ad eccezione di Nairo Quintana (Movistar): “Non è una salita facile. Domani potrebbero crearsi dei piccoli distacchi tra i migliori, ma non così eccessivi come è stato ieri. La lotta durerà molto poco e sarà difficile che si generino gap pesanti”.
Ai microfoni di Raisport, invece, Froome è tornato proprio sulla frazione dell’Alpe d’Huez, con la caduta di Vincenzo Nibali (Bahrain Merida) e il presunto Fair Play tra i big in attesa del rientro del siciliano, costretto poi al ritiro dalla compressione di una vertebra: “È un gran peccato per Vincenzo e per la corsa. È un bene per la gente, e per il prestigio della corsa, che ci siano sempre i più grandi corridori a sfidarsi. Onestamente io non ho sentito nulla in merito alla sua caduta, eravamo davanti ed era difficile accorgersene. Sull’Alpe d’Huez è sempre difficile sentire perché c’è davvero tanta gente”.
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